Azienda

Casata Davini

La tradizione del vino sulle colline di Montecarlo

Portiamo avanti con dedizione una storia fatta di sapienza creativa, vino di qualità, e amore per la nostra terra.

 
 

La nostra storia nel mondo del vino comincia nel 2008 con i fratelli Mario e Luigi Davini, già impegnati nell’attività commerciale vinicola. Le radici della nostra famiglia, però, sono ben più antiche, basti pensare che a partire dal ‘300 i Davini sono annoverati tra le illustri casate lucchesi.

Nei secoli, alcuni loro membri furono ammessi nell’Ordine dei Cavalieri di Malta, e altri si distinsero nelle armi, nelle arti, nel sacerdozio e nelle scienze. L’antico stemma della Casata Davini, depositato a Lucca, raffigura un calice dorato su fondo argento: quasi un punto di partenza simbolico per arrivare ai giorni nostri.

Abbiamo cominciato la nostra attività creando una linea di vini che celebrasse il nostro antenato Mario Davini, poliedrico artista lucchese di inizio Novecento. A partire da approfonditi studi e ricerche sulle sue pitture e xilografie, sono nate le etichette dei vini con marchio Casata Davini, ispirate alle sue opere.

Oggi, l’impresa di famiglia prosegue con la seconda generazione attraverso la stessa passione. Alle storiche etichette legate all’immaginario artistico del nostro antenato, abbiamo unito una selezione accurata di vini toscani e italiani in grado di esprimere al meglio il proprio terroir.

E la storia continua.

vino rosso toscano Rhea
Magazzino
mario-davini

Mario Davini
L'artista

Mario Davini nasce a Lucca il 24 gennaio 1876. Fin da giovane espone i suoi dipinti in diverse città italiane (Firenze, Milano, Genova) e all’estero (Monaco di Baviera, Pietroburgo). Tra 1908 e 1909 trascorre 16 mesi a New York, producendo molte opere e riscuotendo successo. Da artista maturo, nel 1921 apre la sua personale a Lucca, nello studio di via S. Andrea, con una raccolta di dipinti sacri, autoritratti e paesaggi.

Oltre alla pittura, porta avanti l’attività di critico d’arte e pubblicista, e comincia a praticare la xilografia, tanto che Plinio Nomellini lo definirà “insigne xilografo”. Nel 1940, la mostra allestita all’Albergo Universo consacra la sua incessante attività di ricerca. In seguito a questa, Mario Davini si ritira nella villa di Gattaiola dedicandosi all’attività pittorica e letteraria fino alla sua morte il 23 ottobre 1951.